Care Donne Anziane, Single, Vedove, Nonne, che vi aggirate per una Milano deserta in questo sabato d’agosto.
Ferme ai giardinetti, con una sporta in mano che non abbandonate mai 🙂e lo sguardo sperduto di chi è da troppo tempo sola.
Io, vi penso.
So bene che questo mio interesse, che spesso diventa affetto sincero,vi serve a poco. So bene che chissenefrega di ciò che dico, se poi tornate a casa e il silenzio vi opprime e il caldo pure.
E so che non avete nessuno con cui parlare, non un parente, non un’amica e che in agosto la solitudine può essere atroce.
Ascolto, in questi mesi estivi, le rimostranze, giuste, che ricordano i diritti dei dimenticati tutti.
Di voi però si parla pochissimo. Eppure votate, e almeno per questo il vostro parere dovrebbe contare per quelli che fanno della politica un percorso di personalissima carriera.
Invece no.
Voi siete tantissime ma non avete peso sociale. Con la pensione minima o con il poco con cui doversi arrabattare tra affitto spesa e medicine. E anche quando una famiglia l’avete, è spesso più quel che date di quel che ricevete.
Voi, care amiche, rappresentate il mio personalissimo fallimento, o almeno io purtroppo lo vivo così.

Vedete, negli ultimi anni mi sono fatta, controvoglia e riluttante, avviluppare in mille discussioni all’interno di un cosiddetto femminismo di cui in verità non mi frega quasi nulla.
Se mi guardo indietro, se guardo a qualche anno fa quando ho pensato di dire il mio disagio di fronte alla situazione miserrima delle donne in Italia, ho chiaro in mente ciò a cui ambivo: provocare un cambiamento, rendere la vita migliore, in particolare per le ragazzine e per voi: in entrambi i casi donne che non possono, che non riescono a tutelare i loro interessi.
Per questo, pensavo, ci saremmo state noi: le Donne Adulte Italiane.
Non è stato così, e tanto è il tempo perso in beghe e in discussioni che non producono ciò a cui ambivo.
E non è questa mia un’analisi della situazione del femminisimo italiano per carità! Che già temo i commenti fuori tema: io qui sulla mia pagina esprimo il mio, solo il mio, stato d’animo.
Di donna matura inadatta a spaccare il capello in quattro, più efficace nell’azione che nelle analisi che spesso non conducono a niente.
E dunque io,care Donne Anziane, mi scuso.
Per non avere fatto nulla per migliorare la vostra condizione. Avevo molte ieee, ma non sono riuscita a metterle in pratica.
E dico che rappresentate il mio personalissimo fallimento perchè non mi era mai successo prima di avere un progetto e di fallire.
Sono una pragmatica, l’ho detto.
Ma migliorare la vostra vita significa abbracciare la politica dei partiti:l’ ho fatto un tentativo e l’esperienza è stata devastante: mai ho incontrato tanta miseria umana e pochezza come durante quei pochi mesi in cui ho creduto che avrei potuto essere utile e per questo mi ero unita ad un movimento.

Non mi aspetto il vostro perdono, non vi scrivo per questo.

Io e quelle come me, le Donne Adulte Italiane, non ci meritiamo che voi ci facciate sentire la coscienza a posto.

Abbiamo rinunciato al nostro ruolo nella società, quello che prevede che le Donne Adulte si occupino del mondo che abitano, che ne facciano un luogo migliore, adatto anche anche alla vita delle bambine/i e degli e delle anziane.
Tanto è stato il bisogno di approvazione maschile, tanto forte è l’ego e tanto debole è la nostra autostima, che ci siamo adeguate al peggiore dei sistemi, quello che dimentica il bisogno delle più deboli: bambine e anziane.
Vi abbraccio