“Una società che, come in particolare quella post moderna,coltiva i miti della produttività, dell’efficienza, della velocità, della ricchezza, del benessere, della giovinezza, della salute, del corpo atletico, tenderà, con consapevole o inconsapevole razzismo, ad escludere da sé quelli che non corrispondono o si ritiene non possano corrispondere a questi criteri o valori o ad alcuni di essi, dunque chi non regge il passo con la mentalità o l’operatività produttivistiche ed efficientistiche, colui che non è stato in grado di arricchirsi o comunque non si è arricchito, a maggior ragione il povero l’estremamente povero, e ancora l’anziano, reo di non essere giovane o almeno adulto, ancora il sofferente nel corpo e nello spirito. Oppure tenderà a includerli e dunque a mostrarli solo come occasione di derisione o irrisione…..Si cercherà,perciò, di non mostrare determinate figure e determinati volti. Il mondo di quelli che “vanno bene” si ferma a un certo punto oltre il quale vi sono i reietti. E’ il caso degli anziani, dei sofferenti, degli immigrati.Negli ultimi decenni la televisione ha mostrato sempre più accentuatamente la tendenza…a non impiegare le persone anziane e a non presentare dunque volti di anziani e soprattuto, di donne anziane.
Il volto che conta oggi è il volto giovane e, se non si è più tanto giovani, il volto ringiovanito attraverso interventi di chirurgia estetica.Il volto che la televisione preferisce offrire al pubblico non è, del resto, solo quello giovane, ma anche quello rispondente a determinati canoni dominanti di bellezza, che la stessa televisione contribuisce a diffondere. E non solo giovane e bello deve preferibilmente essere il volto da mostrare in televisione, ma anche rassicurante. esiste così oggi una gestione del volti da parte della televisione: una gestione che riguarda non solo coloro che lavorano in televisione, ma anche i telespettatori in quanto condizionati dai modelli di bellezza esaltati dalla televisione stessa.”Anche se la tv non avesse necessità di investimenti pubblicitari “ egualmente non trasmetterebbe quelle immagini ( immagini di volti della realtà che esprimono sofferenza e disagio) perché quelle immagini metterebbero in discussione il sistema costituito dei valori, risveglierebbero la coscienza critica e aprirebbero casi di coscienza con effetti alla lunga, pericolosi per la stabilità del sistema sociale esistente”

Se avete tempo e desiderio di impegnarvi in una lettura importante per i temi che qui dibattiamo leggete Furio Semerari “Etica ed Estetica del Volto” Mimesis editore.
C’è la risposta in queste pagine a molti dei temi che affrontiamo sui volti, sul passare del tempo,sulla chirurgia.
Leggo, rifletto, penso a come sarebbe importante divulgare in modo semplice e a tutte/i accessibile questi temi.
Se la nostra Rai fosse diversa, come sarebbe importante invitare il Professor Semerari a spiegare il senso del volto.
Quante donne si salverebbero dal dolore di non accettarsi, quante si riappacificherebbero con la propria faccia.