La mia amica Giovanna ha avuto in casa per tutto il periodo della lunga malattia del padre e poi della madre, un badante cingalese di rara professionalità e soprattutto umanità. Tanto che quando entrambi i genitori sono mancati, si dispiaceva ad allontanarsi dall’uomo, ormai un componente della famiglia.
Quando avevo mia figlia e mio figlio piccoli, ho avuto una baby sitter cingalese che, in sei mesi, ha rubato tutto il rubabile in casa.

Quando ci fu l’elezione di Pisapia a sindaco a Milano, al famoso discorso della piazza del Duomo si unì anche Nichi Vendola che disse la ormai nota esortazione “se incontri il fratello zingaro, abbraccialo!”
“Ma vaffanculo!” esclamò la ragazza vicino a me.Abitava di fronte ad un campo rom e, mi disse, nel quartiere tutti erano impauriti.
L’anno scorso ho conosciuto Soraya Post, leader del movimento femminista svedese: una donna a cui mi unirei immediatamente per fondare un movimento anche qui:Soraya è di origini rom.

Tempo fa un tipo ubriaco mi seguì correndo, io ero in bici ma lui era alto e veloce: era nordafricano e puzzava di vino. Riuscii a filarmela.
Anni fa in aereo stavo seduta vicino ad un italiano che puzzava terribilmente di alcool. Ad un certo punto mi mise la mano sulla gamba e chiesi alla hostess di cambiare posto.

Nel mio viaggio da sola coast to coast negli USa dopo essermi laureata, l’unico che mi importunò in tre mesi in giro per gli States, tanto da avere veramente paura, fu un giovane avvocato bianco di New Orleans: stalking di quelli brutti brutti.

Ieri, come ho scritto qui, una ventiduenne è stata aggredita sul treno che da Cassano porta a Milano. Erano le h 21 e il vagone era deserto: conosco la tratta, ho preso quel treno ed è spesso vuoto.
Si è saputo che l’aggressore è un cittadino romeno già espulso ma comunque evidentemente tornato qui.
L’uomo ha sfondato il cranio alla ragazza col martelletto frangivetro: volevo postare la foto del vagone imbrattato di sangue ma mi pareva troppo, anche se invece dovrei postarlo.

Ho scritto che una delle ragioni per cui la sinistra perde voti è l’ideologia obsoleta che pretende che tutti i diversi siano buoni ad oltranza: gli stronzi, i cattivi invece nella realtà sono bianchi e neri, europei o extracomunitari.
Come diceva il direttore di Die Zeit a otto e mezzo sere fa riferendosi alle violenze di Colonia, una certa ideologia allontana gli elettori. E le elettrici aggiungo io.
La sinistra è riuscita a far diventare il tema sicurezza un argomento di destra: per cui se ieri l’aggressore della ragazza scopriamo essere romeno, la sinistra e le DONNE di sinistra tacciono.
Se invece ieri la ragazza fosse stata accoltellata un un uomo italiano, si sarebbe già prodotto un documento di protesta!
IO NON CI STO
Ho partecipato alla campagna politica Tsipras, ho preso un botto di voti con la mia sola forza perchè i compagni di Sel e di rifondazione ti aiutavano solo se eri dei loro: se non ci fosse stata l’ideologia insopportabile ed elitaria a tenerci in gabbia, avremmo preso l’8% come minimo.
E dico elitaria perchè questa sinistra che fatica a prendere il 4% è formata per lo più da snob spocchiosi: il documento sui fatti di Colonia redatto da alcune donne di questi gruppi che si rifanno alla Casa delle Donne di Roma era il manifesto di una nicchia elitaria che nulla sa e conosce dei problemi della gente.
Fuori dalle gabbie.
Se Salvini blatera di sicurezza, non è negando il problema che otterremo voti: è affrontandolo in altro modo.
Se non fossi così stanca morta avevo già pensato di partire a Pasqua per IDOMENI. Ciò che lì accade è la vergogna di un’Europa a cui io ho schifo di appartenere. Volevo andare a tstimoniare che ci sono europee e europei che non hanno smesso di essere umane/i: vorrei dare una mano.
Quando ci fu il terremoto in Irpinia per settimane lavorai per raccogliere fondi e indumenti, non potevo non sentirmi coinvolta.

Fuori dalle gabbie, abbiamo tanto bisogno di un partito di sinistra che parli con comprensione e umanità alla gente.

Che quella gente che prende i treni la sera, che abita in periferia, che deve gestire l’incontro con la diversità per la quale non ha strumenti non è quasi mai parte di quella elite sentenziante.