Documentario

Il Corpo delle Donne, realizzato nel 2009, è stato il primo documentario centrato sulla critica allo sfruttamento delle immagini delle donne a fini commerciali, ideologici e politici. Utilizzando le stesse immagini della Tv, quelle che negli ultimi 30 anni hanno occupato buona parte della programmazione dei canali generalisti della Rai e delle Tv private, il documentario ha destato un enorme interesse e ha dato avvio ad una riflessione che si è diffusa capillarmente.

Nell’idearlo siamo partiti da un’urgenza: la constatazione che le donne, le donne vere, stiano scomparendo dalla tv e che siano state sostituite da una rappresentazione grottesca, volgare e umiliante. La perdita ci è parsa enorme: la cancellazione dell’identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti ma senza che vi sia un’adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne medesime. Da qui si è fatta strada l’idea di selezionare le immagini televisive che avessero in comune l’utilizzo manipolatorio del corpo delle donne per raccontare quanto sta avvenendo non solo a chi non guarda mai la tv ma specialmente a chi la guarda ma “non vede”. L’obbiettivo è stato di interrogarci e interrogare sulle ragioni di questa cancellazione, un vero ” pogrom” di cui siamo tutti spettatori silenziosi. Il lavoro ha poi dato particolare risalto alla cancellazione dei volti adulti in tv, al ricorso alla chirurgia estetica per cancellare qualsiasi segno di passaggio del tempo e alle conseguenze sociali di questa rimozione.

Oltre alla grande diffusione del video online in Italia e in tutto il mondo, visto da milioni di persone, “Il Corpo delle Donne” è stato un progetto itinerante di sensibilizzazione sulla condizione discriminante delle donne in Italia. Dal 2009 fino a questi giorni ho viaggiato per tutta la penisola incontrando donne, uomini, ragazze e ragazzi per parlare, capire e trovare insieme comportamenti e azioni che possano finalmente portare le donne verso una reale parità di opportunità che contemporaneamente ne tuteli e valorizzi le differenze rispetto agli uomini.

Dalle centinaia di incontri pubblici di questi anni ho visto nascere e svilupparsi moltissimi progetti collettivi e azioni istituzionali in favore di una nuova politica per le donne, come numerosi percorsi personali di presa di coscienza.

Il contributo più importante che questo mio lavoro ha dato all’impegno e all’attivismo in favore delle donne è stata la dimostrazione, per me e per chi ho incontrato lungo questo cammino, che le cose si possono cambiare in meglio. Per farlo servono fatica e disponibilità a diventare impopolari all’occorrenza, lavorando per una reale affermazione dei diritti delle donne.