Buongiorno, buona mattina.Dal mio studio vedo, quasi tocco, la cupola di una Chiesa del cinquecento dalla quale due angeli marmorei paiono spiccare il volo.
“Bella Italia, bellissima!” mi dice quasi con le lacrime agli occhi la mia amica Kristin quando viene a trovarmi.
Bellissima, sì.
Ieri sera sono stata con mia figlia al cinema a vedere “Quo Vado” il discusso film di Checco Zalone. E’ un filmino leggero, in cui si sorride parecchio mentre si mangiano pop corn.
Guardavo intorno a me:famiglie, giovani, bambine e bambini, molti nonni: pubblico diversissimo da quello rumoroso e sfacciato che accompagna la visione dei cinepanettoni.
Le polemiche che hanno accompagnato l’uscita del film hanno solo avuto l’effetto di triplicarne gli incassi.
Non scomoderei molti sociologi per interpretarlo: mancano in Italia storie che rasserenino divertendo, senza volgarità senza violenza. Quo Vado è così. Punto.
QUando sono rientrata dall’estero anni fa la prima cosa che mi colpii fu constatare la presenza in Italia di una categoria di intellettuali, non tutti attenzione, una parte di intellettuali, spocchiosi, noiosi rigidi ma più di tutto che ritenevano di possedere ” il verbo”.
Mi accorsi subito che molti di loro avevano una mentalità provinciale e detenevano un certo potere nei media solo perchè i media da noi sono uno dei settori più miseri, chiusi e privi di creatività della società, dove la libertà di espressione, come sappiamo, è merce rara.
SI può, si può! vedere Zalone, rientrare a casa e continuare a fare i compiti, ieri sera per miai figlia le equazioni, e per me finire di leggere per la terza volta “Pinelli”di Camilla Cederna, nella prima edizione Feltrinelli ( che orgogliosamente possiedo :-)).
Ecco perchè vi ripeto spesso: andate all’estero.
Con sorpresa e rammarico conosco talvolta ragazze giovanissime e studiose che sono già nella scia di queste inutili personaggi: giovani donne rigide,di una cultura senza “se” e senza “Ma”, sempre con il sopracciglio alzato per giudicare chi non conosce perfettamente ciò che deve sapere chi possiede il marchio di “Vera Sinistra” spesso un insieme di fumose teorie obsolete.
L’ho vissuto bene durante la campagna elettorale per la lista Tsipras: gli “intellettuali” cupola del movimento hanno impedito la vittoria e posso dirlo perchè io c’ero e ho visto e ho vissuto.
Impediti, e molte impedite, elitarie che nessun contatto hanno con la gente, con le persone.
Bellissima l’Italia sì. Ma dove ci sarebbe da fondare un movimento moderno, che sostituisca una sinistra i cui rappresentanti anche giovani, interpretano ad oggi il loro mandato in modo insoppportabilmente elitario.
Paese dove si deve combattere, e ha dell’incredibile, per affermare che la violenza verso le donne è violenza. Punto e basta.
In questi giorni si è palesato quello che da sempre è evidente: molte femministe, non tutte, non tutte!, manifestano una debolezza evidente: hanno un bisogno feroce di approvazione.
Approvazione da parte del “maschio alfa di sinistra”: questa conferma vale per loro più di quella da parte delle altre donne.
“Donne di testa” che hanno combattuto in passato perchè la testa fosse loro riconosciuta.
E di questo siamo loro grate.
Ma che lì si sono fermate: attraverso il pensiero di stampo maschile si affermano e ottengono quel riconocimento maschile che per loro tanto vale.
Sto raccogliendo le dichiarazioni di alcune di loro per poi pubblicarle credo che tra qualche tempo rabbrivideremo rileggendole, sul serio.
E allora comprendo le tante lettere di ragazze che mi scrivono che il femminismo pare loro superato e noioso.
Superato perchè il nemmeno molto celato bisogno di appartenere ai circoli maschili di pensiero di” sinistra DOC”, fa assomigliare tanto queste donne alla mia adorata Nonna Bice, classe 1910, nel suo bisogno disperato di esistere attraverso l’approvazione di un uomo, il nonno.
Molti anni dopo, l’aprrovazione che queste donne attendono non è per la bontà del pranzo,o per la giusta scelta di un abito per la Messa, bensì per la dotta totale adesione ad un pensiero che non è un “pensiero delle Donne”, non è nostro, che è altro da noi. E’ un pensiero maschile che spesso nega il Femminile.
Il Femminismo è altro.
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