Anni fa tenni una conferenza alle Donne dello SPI Lombardia, che è la parte delle pensionate del Sindacato.
Fu un’esperienza memorabile: centinaia delle cosiddette “vecchie” si rivelarono, così come io so bene, una forza della natura.

Gli anziani, uomini e donne  oltre i 65 anni in Italia erano a fine 2016 il 22% della popolazione mentre nella fascia 0-14 la percentuale era solo del 13.7% vedi
Di questo 22% le donne rappresentano la maggioranza, e dunque stiamo parlando di circa 9 milioni di donne qui. Donne in gran parte sane e attive e, quel che più conta, donne che rappresentano il nostro Stato Sociale o welfare.
Donne che si occupano dei nipoti, li vanno a prendere all’asilo e li tengono a casa finché non tornano i genitori, donne che cucinano per più di un nucleo familiare. Donne/nonne che hanno in casa un nipote che non si può permettere un appartamento e che non vuole più vivere in casa coi genitori, donne che danno parte della loro pensione a figli/e nipoti. Donne che si occupano dei malati di casa, dei mariti, delle suocere ancora vive.
Donne che si occupano dei grandi invalidi  con tutto l’enorme carico di sofferenza che questa attività comporta, e spesso in assenza di aiuti dallo Stato.
A queste Donne i partiti  non parlano, sono le  grandi assenti  dal discorso politico.
Certo mi direte che non è una novità, che assenti dal discorso politico nostrano sono le donne tout court . Vero, ma in questo caso l’assenza è totale, non ricordo un leader politico che avesse promosso un discorso e un programma politico indirizzato a questa ampia fascia della popolazione, se si esclude l’ex premier Berlusconi che spesso le ricordava in modo galante ma senza peraltro concedere loro alcun avanzamento nei loro diritti, a partire dalle pensioni sociali da fame.
Se lo possono permettere, le donne glielo consentono. Le donne italiane sono pazienti fino all’esasperazione, si lasciano bistrattare senza reagire, in particolare le anziane, tutte prese come sono a rispondere ai bisogni delle loro famiglie. Retaggio cattolico si dirà, disabitudine a domandare il giusto e a vivere nell’ombra.

Quando le incontri però, e io ne incontro parecchie, resti comunque strabiliata per la grande forza che comunicano e la gran quantità di lavoro che portano avanti.
Per nulla “vecchie” tenute anche nell’aspetto, mi sono sentita al loro cospetto come il Principe verso Biancaneve: ho avuto chiaro davanti a me cosa sarebbe accaduto se un “bacio”, in questo caso un programma di risveglio, le avesse pungolate.
Sarebbe la Rivoluzione del Paese, ritengo, una vera positiva, concreta utile Rivoluzione.
Probabilmente i Sindacati lo sanno, ma a molti fa  comodo tenere questa “polveriera” a riposo, bacino di voti da utilizzare senza dare nulla in cambio.

Eppure quella volta all’incontro con le Donne dello Spi, seppi risvegliare il loro amor proprio, seppi trovare lo spirito che mosse la memoria del patto intergenerazionale, dissi di quanto importante loro fossero per noi donne più giovani, di quanto fossero un modello, di come ancora necessitavamo della loro forza.
Fu una giornata memorabile.
Lo fu fino al momento in cui, tra il serio e il faceto, nominai “lo Sciopero delle Donne“, uno sciopero, immaginavo, che le vedesse coinvolte e che avesse interrotto per un giorno le loro attività di cura, avrebbero fermato il Paese e finalmente la politica avrebbe preso nota della loro forza.
L’idillio che si era acceso tra noi, in quel momento si affievolì; ci fu chi sorrise, chi nicchiò, chi si ritirò.
Compresi ancora una volta di più, ciò di cui già ero consapevole.

Per scioperare, per essere dure all’occorrenza, ci vuole consapevolezza dei propri diritti e di sé, non è un cambiamento né immediato né facile.

Per arrivare ad uno Sciopero Globale delle Donne è necessario lavorare “sulle Donne”, serve impegnarsi sul nostro Empowerment, sulla nostra autostima, sulla necessità che abbiamo di slegarci da troppi doveri ed avanzare anche i nostri diritti.

Serve lavorare sui nostri sensi di colpa e affievolirli per fare emergere i nostri sacrosanti Diritti.
“Hai dei doveri verso la famiglia, vero i nostri figli!” intimava Holger a Nora che si stava allontanando da casa nel dramma “Casa di Bambola”.
“Ho dei doveri ancora più sacri” rispondeva  al marito, incredulo davanti all’insospettabile forza della moglie “I Diritti vero me stessa“.

Lavorare sulla consapevolezza di questi sacrosanti Diritti è quanto sarà necessario in futuro per far sì che molte, tante, comprendano l’importanza di uno Sciopero Generale delle Donne.