Lettera a Maria, Anna, Lucia, Vanessa MariaLuisa e tante altre.
A cosa serve una pagina Fb?
A cosa serve questa pagina FB, che è una pagina pubblica e non un profilo personale?
Nelle mie intenzioni serve ad informare e a divulgare.
Spesso affermo : La rete per informare, gli incontri sul territorio per cambiare il mondo” mi limito dunque a ritenere che la rete serva per lo più a dire ad un numero elevato di persone che c’è un incontro, che parte un seminario, che c’è un convegno dove ci si incontrerà di PERSONA, che resta l’unico modo efficace a mio avviso, per provocare cambiamenti virtuosi.
Sto sostenendo che la rete dunque non serva? Assolutamente no, pensate che senza internet il documentario Il Corpo delle Donne, non sarebbe esistito. Ma non sostituisce l’apprendimento che scaturisce dall’incontro.
E dunque.
Da anni vengono pubblicati migliaia di articoli e libri sull’impossibilità di comunicare online; autori e giornalisti famosissimi che hanno pagine facebook seguite da decine o centinaia di migliaia di persone, dichiarano di non leggere più i commenti dei loro lettori/trici perchè sconclusionati, farneticanti, fuori tema, offensivi.
E dunque perchè scrivono?
Perché pensano che:
– almeno alcuni lettori/trici leggano con attenzione e dunque apprendano qualcosa
-avere tanti followers in rete porti fama
-avere tanti lettori/trici porti denaro
– ormai il mondo della comunicazione va così e non si sa come togliersene
-boh

Se vi fate un giro sulle pagine di giornalisti/e in Italia vedete che il pubblico è diviso tra alcuni, sempre quelli/e, che commentano da anni per affermare la loro fedeltà a chi scrive e alcuni/e altre che insultano/offendono.
In pratica, queste pagine servono a poco, o almeno non a quello che dovrebbe essere a mio avviso l’obiettivo primario di una pagina pubblica oggi: cercare di elevare il livello di consapevolezza.
Ecco perchè già dal tempo de Il Corpo delle Donne documentario, ho deciso – ed è una DECISIONE- di rendere questo spazio accessibile a tutte/i, divulgativo dunque anche nel linguaggio.
Non è stata una facile decisione: in un Paese con uno dei più alti tassi di analfabetismo di ritorno dove il FEMMINISIMO contro ogni logica si barrica in circoli elitari e comunica spesso attraverso libri, articoli e post compensibili a poche, la mia/nostra è stata una decsione consapevole e coraggiosa: rendere consapevole sui diritti delle donne chi consapevole non è, o lo è poco, o vorrebbe esserlo di più.
E’ un lavoro gratuito: cioè non porta denaro.
Da 7 anni scrivo dunque quasi giornalmente mettendo a disposizione di chi vuole, la mia grande conoscenza ed esperienza su questo tema.
Non è molto diverso da una lezione universitaria dove c’è chi insegna e chi ascolta. Alla fine qualche studente/essa alza la mano e chiede delucidazioni.
Talvolta,solo dopo ascolto attento e molto studio, c’è chi critica in modo cìrcostanziato.
Su questa pagina abbiamo tutte gli stessi diritti ma non abbiamo uguale sapere e dunque se venite qui è per imparare, o per cercare un dialogo alla pari, se possedete pari sapere.
Mi comporto anche io così se vado sulla pagina di chessò, uno scienziato: se mi confronto sulla pagina di Odifreddi, lo faccio sapendo che il rapporto non è paritario, lui sa di scienza piu di me e dunque non mi esprimo se non dopo approfondito studio.
Dunque, come ho già detto più volte, vi invito a venire qui se avete stima di me: c’è il mio cv online è facilmente reperibile, leggete i miei libri, guardate i miei doc e poi potete:
– o decidere che non vi interesso e non venire su questa pagina
– o venirci rispettosamente, ascoltando ed intervenendo a proposito e sapendo che sul tema in oggetto molto spesso conosco più di voi. Come accade in ogni situazione docente discente. Se non mi ritenete degna della vostra fiducia potete andare altrove, io lo farei se fossi in voi.
Perchè non c’è apprendimento senza che si stabilisca prima un rapporto di fiducia.
So bene quanto sia impopolare quanto scrivo: nell’epoca del “non esisto se non appaio”questa mia esternazione fa perdere followers.
Considerate che qui ci sono 60mila persone ma se io non dichiarassi da anni quanto sto scrivendo, saremmo probabilmente 300mila.
Ma, a che pro?
Voi non mi portate né fama né denaro.
Il mio obiettivo è di essere utile e maieutica specialmente alle giovani. La quantità di mail che mi giunge giornalmente mi conferma che sono sulla buona strada.
Sono una donna paziente. Anzi no, lo sono diventata perchè mi sento nella scia di Don Milani: mi interessa divulgare a chi non sa: godo di più se mi invita una scuola periferica o un centro sociale piuttosto di un circolo di studiosi.
Non comprendete? I CARE non è traducibile, ma significa mi interessate, mi occupo di voi, mi coinvolgete. E dunque non accetto un rapporto falso dove potrei fingere per ottenere più consenso. I CARE significava nelle intenzioni di Don Milani un coinvolgimento che è anche scontro, critica feroce. Che è Fatica per me. Lo capite come sarebbe piu’ facile non confrontarmi con voi?

Non ero paziente, per nulla. Ma chi segue questa pagina da anni sa bene quanto lo sia divenuta.
RIpeto ripeto ripeto 365 giorni all’anno. E a volte vorrei sbattere la testa contro il muro davanti alla pigrizia di alcune che arrivano sulla pagina e ripropongo domande a cui ho gia risposto 100 volte: troppo pigre loro per cercare, la rete rendi inerti.
Ma la mancanza di rispetto non posso accettarla.
E’ mancanza di rispetto tutte le volte che commentate senza leggere il post: venerdi scorso la maeducazione di alcune è stata talmente inaccettabile da farmi fare un gesto mai fatto prima: ho rimosso il post per non vomitare.
Un post scritto con passione e cultura e amore per il futuro delle donne dove repetevo piu e piu volte che il velo islamico è assolutamente accettabile nella vita di tutti i i giorni ma diventa un simbolo che disconosce le lotto femminili se indossato in Italia per ricoprire una carica pubblica; i commenti irosi e ignoranti erano tutti su quante amiche avete che indossano il chador e come è bello il chador e ognuna puo indossare il chador o i sandali per voi è uguale.
Tutti commenti fuori tema. Non un commento su quanto avevo scritto.
Inaccettabile.
Accetto le critiche, assolutamente. Ma pertinenti.
Molte volte poi la rete, non solo questa pagina, catalizza i commenti della frustrazione:se Zanardo mi sta sulle palle, gliele canto, anche a sproposito.Cosa che non farei dal vivo.
Da ultimo c’è una discriminazione di alcune donne contro le donne, in questo caso verso di me, che ben conosco perchè è tema delle mie ricerche.
QUando tratto di temi che non sono quelli di cui tratto solitamente, vengo rimessa in riga da chi per caso mi legge.
“Ehi femminista, stia al suo posto! qui si parla di economia! mica roba per lei!” paiono dire.
Ecco perche vi ripeto: se venite su questa pagina, o se andate su altre pagine pubbliche con fine divulgativo: verificate se potete provare rispetto per chi scrive, leggetene il cv, verificatene la validità. Poi decidete se seguirla o no.
Nel primo caso ricordate che senza relazione di fiducia non avviene alcun apprendimento.