Felice Casson, candidato Sindaco di Venezia piace a molti. Perché è una persona seria che porta avanti temi condivisibili. Piace anche a me.
E dunque se fossi di Venezia lo avrei votato? mi sono chiesta.
E senza titubanze mi sono risposta che no, non lo avrei votato.
Ma non mi ritrovo nelle motivazioni di molti che analizzano in queste ore la sua sconfitta: certo la corruzione del suo partito, certo il Mose.
Ma io non lo avrei votato perché io sono di sinistra. E il PD no.
E non mi rappresenta.
Il “nuovo corso” del partito ha dato avvio ad un “riposizionamento” radicale senza valutare a fondo la propensione al voto di quegli elettori ed elettrici che avevano appoggiato il partito per anni finché continuava a conservare valori riconducibili alla “sinistra”.
Elettori ed elettrici che hanno dato prova di grande ed eccessiva “elasticità” in questi anni, spesso arrivando ad accettare l’inaccettabile.
Ma certo ci sono dei limiti. Uno di questi, recente e a mio avviso sottovalutato dagli analisti politici, è stato ascoltare il segretario del Partito Democratico avanzare una proposta, la creazione di un sindacato unico, che il Presidente di Confindustria Squinzi, cioè una persona che rappresenta gli interessi degli industriali, dei “padroni” si sarebbe detto un tempo, ha rifiutato perché” non proponibile né auspicabile in un Paese democratico.”
Il limite è stato dunque abbondantemente superato.
E dunque cosa avrebbe dovuto fare Felice Casson che, è mia opinione, mai avrebbe pronunciato ciò che il suo segretario andava proponendo ma, appartenendo allo stesso partito, in qualche modo si trovava costretto a condividere?
Difficile dirlo ora a giochi fatti.
Posso dire cosa avrei fatto io, e credo di non sbagliare se penso che il mio pensiero sia condiviso.
Felice Casson e una lista indipendente lo avrei votato.
Felice Casson una lista indipendente con accordi chiari con il Movimento 5 Stelle su alcuni temi fondamentali per Venezia lo avrei votato.
Sarebbero stati sufficienti i nostri voti?
Non lo so. Forse no.
Ma forse questa lista indipendente avrebbe iniziato a tracciare un sentiero “nuovo” sul quale costruire consenso e condivisione, elementi che potrebbero divenire utili in un futuro veramente prossimo
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