Sono con mia figlia giovane adolescente in Stazione Centrale a Milano perché deve prendere un treno.
“Mi accompagni vero mamma?” mi ha chiesto. “Ho un po’ paura”
Ha visto in questi giorni le immagini in tv delle stazioni di Milano e Roma e, come molte/i si è spaventata.
La Stazione di Milano oggi domenica 14 giugno è assolutamente tranquilla.
I migranti etiopi e siriani bloccati in Italia a causa della chiusura delle frontiere, sono stati spostati e ora non sono più all’interno della Stazione, ma sotto i portici dell’ingresso.
La Croce Rossa ha organizzato un pronto soccorso; volontari distribuiscono generi di prima necessità (per chi volesse dare una mano servono confezioni piccole di shampoo, saponette, dentifrici e lamette da barba).
Una fila ordinata di uomini e donne attende che venga loro distribuita acqua e cibo.
Alcuni cittadini hanno portato giocattoli per i bambini più piccoli che così passano il tempo.
Non so dire dell’allarme scabbia mentre per ciò che riguarda i pidocchi garantisco che possono essere eliminati con lo shampoo adeguato (tutte le famiglie italiane con figli/e hanno dovuto affrontare il problema pidocchi che si ripresenta a scuola ogni anno. E che poi scompare senza drammi. I pidocchi non devono allarmare nessuno)
Penso che il tema immigrazione debba essere affrontato a livello europeo e trovo preoccupante che l’Italia sia lasciata sola ad affrontare queste emergenze.
Sono poi assolutamente consapevole che il disagio sia elevatissimo anche tra gli e le italiane e che certo non siano gli immigrati ad avere il monopolio della sofferenza: le donne anziane italiane che vivono con 400 euro di pensione e che vedo rovistare nell’immondizia dei mercati provocano la mia indignazione più di qualsiasi altro dramma e anche per loro mi batto giornalmente cercando di sensibilizzare le Istituzioni poco attente al disagio della maggioranza.
Ciò detto e continuando ad avere bene chiaro in mente che i punti sopra sono prioritari, se passo dalla Stazione Centrale della mia città Milano non posso fare a meno di notare che:
-alcuni media stanno dando una rappresentazione dell’emergenza più grave di quella che appare oggi
– non c’è assolutamente un clima di paura
-non ho visto situazioni di degrado e sporcizia diffusa
-molte/i milanesi danno una mano
-alcune delle persone che ho incontrato, siriane in particolare, vivono una situazione terribile che potrebbe capitare a noi domani: la famiglia con cui mi sono intrattenuta, marito e moglie suocera e due bambini, è scappata da una città e da una casa distrutte e attraverso un viaggio terrificante è arrivata qui. E qui non desiderano restare perché non conoscono nessuno e i loro parenti vivono in Svezia. Ma intanto le frontiere sono chiuse e dunque cosa dovrebbero fare?
“Do you know madam a place where my wife could sleep?” Mi chiede l’uomo gentilissimo, timido e stanco.
Quindi dopo avere notato che ad oggi l’Amministrazione sta gestendo bene l’emergenza, mi rimbocco le maniche e do una mano.
Perché le politiche sull’immigrazione andranno certo riformulate. Ma la fame, la sete e il volere dormire sono bisogni primari e il diritto a soddisfarli non lo negherei a nessuno tantomeno a persone che non hanno alcuna colpa.
Se vogliamo continuare a restare Umani.
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