Il caso lo conoscete: la giornalista Sky Diletta Leotta approfitta del palcoscenico di Sanremo per denunciare il cyberbullismo di cui fu vittima: alcune sue foto private furono messe online a sua insaputa.
Ne è nato un dibattito acceso sui social, in particolare scatenato dalla presentatrice Caterina Balivo che su twitter scrive “Non puoi parlare della violazione della #privacy con quel vestito e con la mano che cerca di allargare lo spacco della gonna”
In tanti hanno preso le parti di Leotta, anche tantissimi uomini affermando che per difendere i propri diritti ognuna è libera di vestirsi come vuole.
CI mancherebbe! ha tuonato Maria De Filippi “E’ come dire che se una indossa la minigonna è normale che venga violentata”
Dibattito, come sempre in Italia quando si parla di Diritti delle Donne, che è un fuoco di paglia: passato Sanremo, non se ne parlerà più.
E certo che ognuna debba poter vestirsi come desidera! decenni di lotte per l’autodeterminazione femminile ci hanno reso consapevoli di diritti sacrosanti, uno tra i quali è potere denunciare episodi terribili di cyberbullismo mentre indossiamo shorts e minigonna.
Facile ricadere nel triste stereotipo che per primo ci svelò il documentario “Processo per Stupro” : se sei troppo libera, non ti puoi lamentare delle conseguenze.
Bene parrebbe, Sanremo è utile per i nostri diritti. Allora facciamo sì che
da domani il tema non cada nel dimenticatoio. Che noi non si continui ad essere al 50 posto del Global Gender Gap, ad avere poche donne nei CDa nonostante la Legge Golfo, a detenere tassi di disoccupazione femminile elevati, a sopportare l’onta degli obiettori negli ospedali, a percepire il 30% in meno di stipendio a parità di posizione.
Ben venga allora Sanremo se accende un dibattito sui diritti delle Donne che poi uno Stato democratico si occupi di portare avanti: il 97% delle persone in Italia guarda la tv, niente è più potente del mezzo televisivo. Anche per educare ai sacrosanti diritti delle Donne. Che non si esauriscono con la durata del Festival di Sanremo.Speriamo che il Servizio Pubblico, la RAI, lo tenga presente.