Nel libro di Elena Ferrante “L’amica geniale”, primo di una serie di quattro sul tema dell’amicizia femminile, emergono sopra tutte, le figure delle insegnanti della scuola frequentata da Elena e Lila le due protagoniste; docenti bravissime e temibili, vere maieute, cioè in grado di “vedere” cosa si celava dietro all’ apparenza di quei piccoli corpi di bambine e adolescenti e di avere per loro una funzione da “levatrice” cioè di far emergere ciò che doveva emergere.
Incontrare insegnanti così cambia la vita per sempre, indirizza.
Io ne incontrai una, già giovane donna avevo 22 anni e studiavo ad Oxford. Era un’anziana professoressa tedesca, Ms Ilse Seldon, tedesca trasferitasi durante la guerra e poi sposatasi con un inglese e rimasta tutta la vita in Inghilterra.
Fantastica. Già amavo la letteratura, ma non era mai stata un’allieva modello, avevo avuta molte difficoltà di percorso.
Ebbene attraverso l’enorme competenza e passione di Ms Seldon e, soprattutto, rafforzata dallo sguardo di interesse nei miei confronti che mi spronava, presi in poco tempo sia il Proficiency in Lingua che in Letteratura, diplomi difficili ad ottenersi.
Ilse Seldon. Mi manca e la penso spesso. L’ho cercato anni dopo e l’andai a trovare quando già vivevo a PArigi.
Le portai due candle sticks, due portacandele piccoli in argento sheffield, vecchi, comprati ad un mercatino.
Ne fu felicissima, li pose subito sopra una mensola nel suo studiolo dove mi ricevette con una tazza di té e i miei biscotti preferiti, gli scones con la clotted cream, compagni dei miei pomeriggi di studio, ragione per cui tornai da Oxford con 8 chili in più tanto che arrivata all’aereoporto mio padre sul momento non mi riconobbe.
A Ms Seldon devo probabilmente parte della fiducia in me stessa che acquisii più avanti nella vita e che mi portò, io laureta in letteratura inglese e amante dei libri, a iscivermi ad un Master in Economia e a farcela a diplomarmi, una delle 7 donne su 60 partecipanti unica con una laurea in materie umanistiche, gli altri tutti ingegneri e economisti. Contò il duro lavoro ma ancor di più la tenacia e l’autostima conquistata.
QUanto conta quello sguardo nell’età evolutiva?
Quanto conta un’adulta di cui fidarsi e a cui affidarsi mentre si cresce?
Tanto.
La promettente, geniale gracile nelle fattezze Lila, si allontana poi dalla scuola e va in sposa prestissimo, a 16 anni. Elena l’amica studiosa ma apparentemente meno brillante, continua gli studi.
Quando si avvicina il giorno del matrimonio Lila chiede all’amica di accompagnarla dalla loro professoressa di un tempo, Oliviero, per portarle la partecipazione di matrimonio.
Bussano e attendono; negli anni Lila si è tresformata in una giovane donna sinuosa e bellissima.
La professoressa apre e pare non riconscere la giovane alunna Lila Cerullo.
Alla sorpresa delle due rivolgendosi all’amica Elena Greco dice:
“La bellezza che Cerullo aveva nella testa fin da piccola non ha
trovato sbocco, Greco, e le è finita tutta in faccia, nel petto, nelle cosce e nel culo, posti dove passa presto ed è come se non ce l’avessi mai avuta”
Durissima. Feroce.
Utile, se la si vuole ascoltare.
Il rapporto tra un’insegnante e un’allieva si basa sulla fiducia che quest’ultima deve, deve proprio, nutrire nei confronti della sua docente. Senza questo rapporto di fiducia l’evoluzione non avverrà, il rapporto maieutico non si stabilirà e l’apprendimento sarà monco.
Bisogna avere fiducia nelle/negli insegnanti. Lo so, non tutte/i le insegnanti sono come la professora Olivero o Ms Seldon; mi direte che, per come è ora la scuola,la fiducia non è scontata.
Però ci deve essere, in altro modo il processo di apprendimento è incompleto, gravemente incompleto, intendendo l’apprendimento non come uno sterile passaggio di nozioni bensì un tramandare di sapere profondo.
A scuola i professori non si scelgono.
Più avanti nella vita, sì.
E qui arriva la nota dolentissima.
La rete illudendo che tutte/i si sia uguali, rendendo tronfi anche chi non ha strumenti, pone tutte/i allo stesso livello, permettendo un proliferare di opinioni spesso idiote le cui conseguneze tutte/i stiamo subendo.
Tutte/i abbiamo gli stessi diritti. Ma non siamo tutte uguali.
E dunque qui in rete ci si può scegliere figure di riferimento liberamente, nessuno è obbligato a seguire tizia o caia.
Già ebbi modo di dirlo: questa non è una pagina personale dove chi scrive racconta di come è buona la pizza che ha cucinato o di quanti anni compie sua figlia.
Dietro questa pagina c’è lavoro, studio, vita.
Chi è ragazza e segue questa pagina deve avere fiducia in chi scrive.
Certo può porre domande, avanzare dubbi!
Ma ciò che è avvenuto di nuovo ultimamente non può più avvenire, ragazze.
Non potete, tenendo presente tutto ciò che ho scritto qui sopra, avere sedici anni e scrivermi ” Lei scrive così perchè vuole un like” oppure ” il burkini va indossato in spiaggia liberamente perchè dobbiamo essere buoni con tutti”.
Nel momento che scrivete annullando le distanze, non per responsabilità vostra ma perchè vi hanno fatto credere fosse possibile, annullate il processo di apprendimento, e ritenete che chi ha molti più anni ed esperienza di voi non comprenda cose elementari.
Nel momento in cui, ragionando giustamente con la testa di una ragazzina, usate i parametri adolescenziali per valutare una persona adulta, una docente, interrompete quella che poteva essere un’occasione di crescita.
Non siamo tutte uguali.
Dunque scegliete: o vi mettete in relazione accettando di tacere perchè non sapete come è giusto alla vostra età, ponendo domande avanzando dubbi ma non emettendo sentenze.
O, non essendo a scuola, andate liberamente altrove.
Lo dico nel vostro interesse con tutto l’affetto del mondo.
Non c’è crescita se non c’è stima e affidamento.
Sceglietevi una mentore, un riferimento di cui vi fidate. E poi ascoltate e tacete.
“Se incontri il Buddha uccidilo” prevede di uccidere metaforicamente il Maestro/a solo quando si è in grado di riconoscere il Maestro/a, si è fatta tutta la strada indicata dal MAestro/a e si sa andare avanti, più avanti del MAestro/a, da sole.
La terribile sentenza della professoressa Oliviero su Lila potrebbe essere il miglior insegnamento per Lila.
Nel momento in cui lo si mette in discussione, si interrompe la relazione e l’apprendimento.
Sta a voi.
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