In due giorni due femminicidi, avrete letto. Due giovani donne, stessa causa sempre quella: lei mi voleva lasciare, lei aveva forse un amante, io senza di lei non vivo.
Un maschile debolissimo ha aperto gli anni 2000: prevedibile, dico da tempo.
Dopo millenni di patriarcato pensare che la parità di diritti si attuasse in pochi anni e senza danni, era un’ipotesi molto ingenua.
Siamo passati in poco tempo da una società che prevedeva la figura dell’Uomo centrale, dove le donne attendevano di “essere scelte”, di essere sposate pena lo zitellaggio ( che non equivale ad essere single) di essere messe incinta, di invecchiare nell’oblio sociale ( questo vale ancora) ma con un marito al fianco: una vita, in funzione della figura maschile.
Ora che molte, non tutte, hanno, in parte, ottenuto di essere padrone delle proprie vite, l’Uomo deve cercare un nuovo modo di essere al mondo.
Pensate solo alla sessualità: un PAese che si è retto sul mito del maschio “celodurista” per secoli che, attraverso la liberazione delle donne, crolla e scopre che sotto le lenzuola non sempre andava tutto bene, che le donne non sempre erano soddisfatte.
Già, la soddisfazione erotica delle donne ha creato un bel cambiamento.
Sono nemiche degli uomini tutte quelle donne che fingono che i problemi qui sopra non esistano, quelle che sussurrano ai maschi “io non sono femminista”. Terribile errore: al primo scossone della relazione- perchè lei si infatua/innamora di un altro o perchè vuole più indipendenza- lui pare impazzire; nessuno gli ha dato gli strumenti necessari per ricoprire un ruolo sociale che non prevede più la sua superiorità ma un ESSERE DUE molto più complicato ma più soddisfacente.
Educare al cambiamento.
Se devo partire da me, pratica utile e generosa, nonostante sia stata sempre consapevole dei miei diritti e combattente anche all’interno delle mie relazioni, (quella che si definisce simpaticamente “una rompipalle pazzesca” 🙂 ) sono stata amata e desiderata dai miei partner.
Che le più adulte qui mi perdonino, faccio questa confidenza solo a beneficio delle più giovani: è una bugia enorme che gli uomini preferiscano le donne zerbino.
Gli uomini cretini e deboli preferiscono le donne schiavette; gli uomini interessanti si mettono in gioco con esseri, noi donne, di pari livello intellettivo e di consapevolezza. Magari litigando, ma ci sono moltissimi uomini in giro eccitati dall’idea di conquistare una donna con buona autostima: la relazione anche erotica ne beneficia.
Questa lunga premessa per dire:
ultimamente sento esprimere un certo fastidio da parte di donne “di successo” nei confronti della narrazione dei femminicidi.
“E che noia” diceva una 35enne giorni fa all’interno di un ateneo dove tenevo una lezione ” va bene, ammazzano le donne ma non è che si può parlare solo di questo”.
E’ vero, ma il tema è che se ne parla poco delle donne ammazzate. Anche perchè il problema è preso in carico quasi solo dalle associazioni che si battono contro la violenza alle donne. 
Le altre, le avvocate, le manager, le dirigenti le ministre, tante non tutte, sono infastidite temendo che questo “memento della nostra fragilità” l’essere ammazzate in quanto donne, macchi la loro ascesa sociale.
E dunque oggi in Italia, non altrove non all’estero, si è creata una pericolosa spaccatura tra le “lamentose femministe” e le “donne di successo che non sono lagnose e tirano dritto per la loro strada”.
Pericolosa dicevo perchè se non si portano avanti delle lotte comuni, difficilissima sarà la conquista di meritati diritti.
La ragione della spaccatura risiede nella debolezza, nella scarsa autostima di donne che apparentemente si definiscono di successo.
Prendiamo il caso delle donne ministre: incredibile come nel Governo che ha eletto numerose giovani donne, si riscontrino tassi di maschilismo da secolo scorso: ministre che pretendono di essere nominate al maschile!, che non si occupano di diritti delle donne, che non dicono una parola sui nostri 70 anni di voto o dicono poco e male, che non parlano del nostro gap salariale.
Non c’è bisogno di essere psicanaliste per affermare che temono di indebolirisi se si avvicinano troppo a chi, ai loro occhi, è debole cioè le donne.
E dunque:o di qua o di là. O sei femminista militante o sei una donna in carriera.
Io non credo sia necessario.
Chi mi conosce sa quanto la mia posizione turbi le certezze di molte tra queste donne.
Femminista convinta, sono stata una delle prime donne a ricoprire un ruolo di responsabilità in grandi aziende e a impegnarmi in una carriera internazionale.
Lo scrivo, lo ripeto, per mostrare che si può tracciare un nuovo cammino.
E nonostante il mio “successo” non ha mai tralasciato di battermi per i miei diritti,per i diritti delle donne.
Morirei male se non lo facessi.La vita che vale la pena di essere vissuta è quella che ci vede tracciare nuove proficue vie.
Credete veramente che quando sarà arrivata la nostra ora ci basterà pensare di avere vissuto come altri ci hanno imposto o vorremo avere la consapevolezza di avere contribuito, poco o tanto, ad un cambiamento che riequilibri le ingiustizie?
Si può fare, si può fare.
Si può essere donne, volere il successo e anche un po’ di denaro, volere eccellere nel proprio campo E andare a testa alta ovunque, ai convegni, nei congressi, al Parlamento, facendo valere i propri diritti.
Avanti.