Sono da anni nelle mailing list, negli indirizzari cioè, di molte associazioni femminili e di gruppi eterogenei di donne di vario tipo.
Alcuni raggruppano donne che ricoprono ruoli di una certa importanza, che hanno potere decisionale.
Ebbene un elemento comune emerge da questi gruppi, diversi per età ceto sociale culturale professione, quando si tratta di unirsi per reclamare un diritto delle donne: l’estrema cautela.
Che può divenire facilmente pavidità.
Mi spiego.
Se, facciamo un esempio, passeggio per il parco e una persona urta inavvertitamente il bambino che ho per mano, e questa chiede scusa, io gli sorrido, verifico che il bambino non si sia fatto male e proseguo.
Se la persona urta il bambino e non gli chiede scusa, lo apostorfo chiedendogli almeno di scusarsi.
Se questa persona dovesse dare un calcio al bambino, la mia, immagino la vostra reazione sarebbe diversa: chiamereste aiuto, proteggereste il bambino con il vostro corpo, denuncereste il fatto.
Il tutto, immagino, con molta determinazione.
Ditemi se vi torna.
Oggi è avvenuto un femminicidio davanti alla figlia dodicenne dell’uccisa.
Ve ne siete accorte? Probabilmente no, perchè è in cronaca, sotterrato da notizie “più importanti”, Turchia, brexit ecc ecc.
Tutti avvenimenti più seri, e che diamine!
Chissenefrega di una donna ammazzata, e chissenefrega di una bambina che avrà la vita rovinata.
Ieri una donna è stata trovata morta in un congelatore, e anche lo scoppio di un intero edificio a Milano pare, le indagini sono in corso, possa essere un nuovo modo “originale” di commettere un femminicidio.Casi simili si verificano orami con frequenza. Talvolta se ne parla di più, talvolta entrano nei salotti televisivi come il caso di Sara.
Il più delle volte non interessano. Nemmeno alle donne.
Come definireste quanto non sta avvenendo intorno al femminicidio se confrontato con l’esempio del bambino?
Io paragono i femminicidi che si susseguono come il caso più grave tra gli esempi proposti, quello dove una persona da un calcio al bambino e l’accompagnatore dovrebbe reagire di conseguenza, cioè ad un fatto grave, la nostra reazione è di uguale intensità, ci attiviamo al 100%.
Ma nel caso dei femminicidi non avviene la reazione proporzionale.
E dunque è come se vi fosse uno “scambio reazionale”: la persona passa, da un calcio al bambino e io gli chiedo di scusarsi e proseguo. O facci finta di niente, borbotto un po’ e proseguo.
Avvengono femmincidi ripetutamente e la reazione è tiepida, cauta, non proporzionale alla gravità dei fatti.
Tempo fa ho qui scritto un post in cui chiedevo alle Ministre attuali, dunque del Governo Renzi, di farsi carico della violenza verso le donne.
Quando poi Renzi ha nominato Boschi facente funzione per le PAri Opportunità, ho chiesto a lei in quanto facente funzione PO, di occuparsi dei tanti femmincidi.
In uno dello scambio di mail tra donne sopracitate, si è deciso di scrivere una mail molto corretta, molto educata, molto ben scritta, in cui si chiedeva a Boschi di gentilmente occuparsi di questo spiacevole tema.
In pratica le si chiedeva molto gentilmente di fare il suo lavoro. ( in passato quando lavoravo in azienda e capitava che io non facessi bene il mio lavoro, mi facevano invece un culo così. Nonostante fossi dirigente. 🙂 )
Interessante però sono state alcune reazioni al mio chiedere un po’ più di fermezza nei nostri toni.
Una signora mi ha allora risposto che “non ci si mette in cattedra” (io) e bisogna dare tempo a Boschi ( caspita, a me queste gentilezze in azienda non me le hanno mai concesse…)
Un altra poi, con mia grande sorpresa, mi ha chiesto di ” non personalizzare”
E questo è un punto di sottocultura italiana che vorrei affrontare: se io dico che il governo Renzi non sta facendo una beata fava contro il femminicidio, non sto personalizzando, non sto nemmeno dicendo che Renzi mi è antipatico: sto dicendo ciò che è. Se anziche Renzi ci fosse Grillo o Berlusconi e si comportassero in egual modo, scriverei le stesse cose.
Correttezza o pavidità dunque?
Non so.
So però per certo che cambiano le ministre e trovo sempre esagerata la pazienza delle donne italiane verso il potere, qualunque sia.
Ad oggi la Ministra Boschi non credo abbia risposto alla gentile lettera firmata da tante donne.
Certo risponderà a breve, con i suoi tempi che sono quelli di una Ministra che ha già molto da fare a cui, sbagliando, Renzi ha affibbiato anche un altro Ministero. Per il quale Boschi non ha tempo.
Posso dirlo? Non sono politically correct?
Ma vi rendete conto quanti divieti introiettiamo?
Non è così in altri PAesi dove si impara sin da piccole/i a interloquire con il potere educatamente e senza paura.
Affermo che per le PAri Opportunità ci vuole una Ministra full time e con portafoglio.
Ciò che io penso è condiviso dal 100% delle donne.
Ma ce ne sono veramente poche che lo esprimono.
Cosa si aspettano? E perchè sono così caute?
RIpeto, ho già visto applicare le stesse modalità di estrema correttezza , più volte e con governi diversi e non sortiscono nulla.
O meglio sortiscono benefici individuali per alcune. Ma non è questo l’obiettivo per cui lavoriamo? O No?
C’è poi un altra questione, ben più importante.
Nel dare tempo alla Ministra, nell’attendere i finaziamenti per i centri antiviolenza, nel dimostrare tanta tanta pazienza, ma tantissima verso gli obiettori alla 194, verso città intere dove la 194 non viene applicata, verso le scuole che non formano all’affettività, alla media education, alla sessualità consapevole, cosa stiamo dimostrando se non, adesso ci sta, una terribile pavidità che fa male, molto male, malissimo, a chi non ha voce, o conta poco in questa società?
Mentre centinaia di signore attendono con calma che Boschi si liberi e che qualcuno dia qualche lira ai centri antiviolenza, e che qualcuna dica che NON E’ LEGALE l’obiezione diffusa, ci sono centinaia di migliaia di donne giovani,di anziane che si aspetterebbero che noi donne adulte colte e capaci, si faccia i loro interessi.
E ciò significa talvolta essere un po’ meno politically correct con il potere. Di qualunque partito si tratti.
Aggiungo che in molti altri PAesi europei le donne sono molto più determinate ed assertive nel chiedere il rispetto dei loro diritti.
Temo che questa correttezza francamente stia diventando insopportabile.
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